"Cappelli" - Acquerello 56x76
Delicati e sensibili sono gli acquerelli di Daniella Toresan. Un grande acquerellista di fama europea, Raimondi, diceva che il colore è l'essenza del fare arte. Daniella Toresan spazia con sicurezza in tutte le sfaccettature del colore, delineando così le forme quasi spontanee. C'è da dire inoltre che l'immagine di Daniella contrasta nettamente con il suo quotidiano duro e denso di lotte, poiché nel suo immaginario pittorico le angosce e i dolori sono, come dire, fuggiti, lasciando l'arte libera di planare in un cielo davvero tinto di azzurro. Dunque una sensibilità delicata e al tempo stesso scrupolosa, palmare e ricca di motivazioni poetiche.
Enzo Terzano
Daniella Toresan vive con le sue nature quasi in simbiosi.
Possiede un segno pulito, una trama delicata che è sempre alla base del tutto e
che viene valorizzata, ora da morbidi trapassi coloristici, ora da squilli
timbrici quasi dicotomici.
Intenzione precipua della pittrice è di accordare la propria visione alla
realtà e questo essa fa, restituendoci un'immagine quasi filtrata dalla sua
raffinata sensibilità decorativa.
Sempre nuova e sempre gradevole, con estrema semplificazione ma con una certa
eleganza, la Toresan ci rammenta che le grandi disegnatrici floreali sono state,
nella maggioranza, di etimologia femminile.
Giovanna Pascoli Piccinini
Con gli acquerelli della Toresan si spazia in un altro ambito, più familiare all'occhio emiliano: colline brulle, qua e là addolcite da qualche cespuglio, orizzonti nebbiosi, oppure rallegrati da un sole "malato", frutta appena colta e messa in bella evidenza, fiori di queste terre, soggetti amabilmente trattati, non senza intenti di composizione e con risultati di mestiere. Piccoli acquarelli di mele, eseguiti con amore, attestano l'educazione di un fare artistico che si è addestrato duttilmente, e fanno ben sperare in un esercizio assiduo, finalizzato. Daniella Toresan ha un solo compito: quello di perseverare con fiducia nei propri mezzi e con l'umiltà di queste fresche "nature morte".
Emilio Contini, Direttore dell'Accademia di Belle Arti di Bologna
Daniella Toresan fin da bambina trova più agevole e naturale
comunicare con il disegno, anche se «larte» della parola non le fa certamente
difetto.
Anzi la parola è una componente ben determinata e attiva di tutto il per corso
antropologico e sociale della nostra artista.
La pittura, e non solo, ma le arti figurative in generale, per esempio la ceramica, che ha
sperimentato con successo, sono, come dire, il suo «amnios» artistico.
Ben presto, a ventanni, poco più, incontra lacquerello che mai più
abbandonerà.
Lacquerello è una pittura delicata che predilige il fiore, il paesaggio, le marine,
lelemento ecologico. Daniella ne è rapita. Ma il fiore, il paesaggio sono sempre
nelle opere della Toresan un elemento decorativo poiché il senso profondo della sua arte
è sempre il reale vissuto intensamente nelle sue varie espressioni; o di gioia, o di
dolore, o di estasi, o di pace.
E davvero raro in una acquerellista far convivere in simbiosi il fantastico,
limmaginario con il quotidiano, ma Daniella ci riesce con successo poiché conosce
la forza del colore e sa come esso sia di per sé lessenza dellarte stessa.
Daniella infatti spazia con sicurezza in tutte le sfaccettature del colore.
È in questo senso che vanno inserite le ultime tele, che ricordano i suoi viaggi a Cuba.
I Caraibi sono figurati nella loro essenza naturale.
Le donne, gli uomini, i bambini di queste tele ci ricordano la lotta dura che il popolo
cubano vive in questi anni di isolamento e al tempo stesso non trascurano limmagine
suggestiva stupenda dellambiente caraibico.
Il tutto ci ricorda Gauguin che raffigura donne, uomini e mari per certi versi similari
anche se loceano non era lAtlantico, bensì il Pacifico.
Cesare Bianchi
Delle sue opere hanno scritto:
Enzo Terzano
Emilio Contini
Giovanna Pascoli Piccinini
Cesare Bianchi